«Dal primato dell’offerta al primato della domanda»: è racchiuso in questa frase l’evoluzione industriale secondo Paolo Manfredi, responsabile delle strategie digitali di Confartigianato a Lecce, per la prima edizione della «International school su industry digital evolution».
Due giorni interamente dedicati alla trasformazione digitale, in cui esperti internazionali si sono scambiati visioni e hanno condiviso conoscenze ed esperienze sulla contaminazione digitale generata dall’applicazione delle tecnologie alla produzione industriale.
L’iniziativa è servita come punto di incontro tra l’industria e il mondo accademico, per comprendere meglio quali siano i vantaggi e le azioni da intraprendere per giungere alla trasformazione di pratiche, processi, tecnologie e competenze.
Secondo Manfredi, bisogna tenere presente che «il nostro tessuto produttivo è rappresentato, per oltre il 95 per cento, da aziende che hanno meno di dieci addetti». Per loro, il digitale rappresenta «una straordinaria occasione, una potenzialità da sfruttare appieno».
Tant’è che ci sono imprese che proprio dalla crisi ne sono uscite bene, adottando le nuove tecnologie del digitale che hanno permesso di migliorare i risultati conseguiti.
Pertanto, Confartigianato mira a cavalcare tutte le opportunità che consentano agli imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi, a cominciare dal piano «Industria 4.0», varato nei mesi scorsi dal Governo e che contiene una serie di strumenti per agevolare la trasformazione delle piccole imprese. L’associazione degli artigiani crede nel Piano tanto da averne fatto addirittura un «Manifesto degli artigiani per una cultura digitale 4.0».
Per Manfredi, il Piano del Governo nasce attorno all’idea che «il processo produttivo, grazie al digitale, può diventare un sistema di informazioni costantemente prodotte che devono essere interpretate e possono dare vita a processi produttivi più efficaci e migliori. Soprattutto possono consentire alle piccole aziende di far parte quella “economia del su misura” che caratterizza le nuove produzioni manifatturiere dell’era digitale in cui c’è sempre maggiore attenzione alle esigenze del cliente e in cui è possibile, a costi molto contenuti, realizzare piccolissime quantità di prodotti il più possibile personalizzati. Pensare a un sistema produttivo che sia connesso a monte con i fornitori e a valle con i clienti permette di pensare a un nuovo modo di fare manifattura. Quindi produzioni non più su larga scala e da qui nasce il paradigma che non c’è più il primato dell’offerta ma quello della domanda».