Il Ministero dei Beni Culturali ha finalmente pubblicato l’elenco di oltre 6.000 restauratori abilitati alla professione tramite attività professionale oppure attraverso iter formativi. Si tratta di un risultato storico per la battaglia che Confartigianato Restauro conduce da quasi 20 anni per ottenere il formale riconoscimento della professionalità della categoria.
E oggi finalmente, dopo anni di attesa, incertezze giuridiche e ricorsi legali, le imprese artigiane possono, a pieno titolo, proporsi sul mercato con la qualifica riconosciuta ai sensi della legge. Nelle gare d’appalto pubbliche si dovranno infatti individuare gli operatori economici riconosciuti dalla normativa e quindi si dovrà attingere dai restauratori inseriti nell’elenco pubblicato dal Ministero.
Soddisfatto il Presidente di Confartigianato Restauro Vincenzo Basiglio: “Grazie a Confartigianato, che ha portato avanti a spada tratta questa battaglia, abbiamo evitato che si premiasse soltanto il titolo di studio delle scuole di alta formazione e abbiamo ottenuto che venisse considerata e riconosciuta anche l’attività svolta sul campo. Con la pubblicazione dell’elenco abbiamo infatti ottenuto l’equiparazione delle botteghe storiche di tradizione al titolo acquisito con le scuole di alta formazione. E oggi finalmente gli elenchi saranno in mano alle soprintendenze, alle diocesi, cioè a chi dovrà far lavorare il restauratore su beni vincolati”.
Ma ora Confartigianato Restauro continua la propria battaglia su molti fronti: la strutturazione dell’elenco dei restauratori, il soccorso istruttorio per l’integrazione dei settori di competenza, il ruolo del restauratore nella formazione, i finanziamenti per il restauro di beni tutelati, l’estensione dell’art bonus ai beni ecclesiastici e la proposta di riduzione dell’IVA sui beni mobili pertinenziali, il ruolo del restauratore nei lavori affidati alla Protezione Civile.