L’obiettivo è quello di rendere l’artigianato una risorsa per tutta l’economia, accendendo i riflettori sul ruolo degli artigiani, protagonisti della fase di transizione ecologica. Una fase di passaggio che deve coinvolgere anche la scuola e i giovani che rappresentano il futuro del settore.

Sono questi alcuni dei temi affrontati ieri durante l’Assemblea pubblica di Confartigianato Lecce, uno degli appuntamenti più importanti per l’associazione di categoria e che ha visto protagonisti Istituzioni, stakeholders e imprenditori in un momento di confronto e di ascolto di quelle che sono le prospettive per il rilancio del settore artigiano salentino.

Alla guida di Confartigianato Lecce è stato riconfermato l’attuale presidente Luigi Derniolo che sarà in carica per i prossimi 4 anni: «Il futuro è artigiano. Su questo assioma dobbiamo partire per lavorare sulla figura dell’artigiano che deve crescere insieme al territorio. L’artigiano è custode di alcuni valori, come famiglia, sacrificio e lavoro, che devono essere trasmessi e portati avanti. Dobbiamo rendere consapevole l’artigiano delle proprie capacità. Il saper fare si trasmette con le competenze. Per questo è fondamentale un dialogo costante tra scuola e aziende per lavorare sulla formazione».

Il vice segretario Confartigianato Imprese Mario Vadrucci ha illustrato alcuni dati relativi allo studio “Piccola impresa a valore artigiano – Focus su Puglia e Lecce”: «Nella provincia di Lecce ci sono 17mila imprese artigiane nella provincia di Lecce. Questo dimostra che nel Salento la piccola media impresa rappresenta un motore economico. Anche l’artigianato è interessato dalla transizione ecologica e green e molte imprese hanno già investito in questo senso. Purtroppo dobbiamo affrontare il problema della mancanza di personale: mancano addetti specializzati. Ed è per questo che dobbiamo impegnarci nel costruire un rapporto sempre più fitto tra imprese, istituzioni e lavoro».

A parlare della necessità di superare gli interventi anche quello del sindaco Carlo Salvemini: «Siamo il primo Paese d’Europa per giovani che non studiano e non lavorano, quasi il 20%. E questo disequilibrio tra domanda e offerta si ritrova nella difficoltà di reperimento di addetti specializzati da parte delle imprese. Se non invertiamo la preparazione scolastica e post scolastica ne soffriranno anche le imprese artigiane. Nel modello delle imprese artigiane è racchiusa la forma di successo di qualsiasi progetto: il fare, la capacità di trasmettere e la condivisione di questo sapere che è fondamentale nel processo di crescita collettiva».

E sulla necessità di un nuovo impulso nella formazione è intervenuto anche il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli: «È un momento di grande trasformazione. La sfida è consolidare il protagonismo dell’associazione che sia inclusiva per condividere proposte e soluzioni. Le cause della mancanza di formazione sono soprattutto culturali, scetticismo delle famiglie nei riguardi degli istituti professionali e sottovalutazione del lavoro manuale. Bisogna mettere insieme la cultura accademica e la tecnica. E mi auguro che questa spinga possa venire a partire dal Governo». «L’artigianato è un bene prezioso della nostra cultura – ha aggiunto l’arcivescovo di Lecce Michele Seccia nei suoi saluti -. Laddove c’è artigianato vuol dire che c’è spazio per la creatività. Non possiamo perdere questo patrimonio che è specifico della nostra zona». Sono intervenuti anche Emanuela Aprile, segretario provinciale; la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, gli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Anna Grazia Maraschio.

Foto di Piero Maraca