“In un quadro di grande difficoltà a causa del generalizzato incremento dei costi, specie di quelli dell’energia, l’aumento vertiginoso dei prezzi dei mangimi per l’alimentazione animale sta avendo ripercussioni dirette sull’intera filiera. Di questo passo molte piccole imprese pugliesi per sopravvivere saranno costrette a ridurre la produzione in maniera drastica e ad aumentare il prezzo dei prodotti, con ovvie conseguenze sui volumi di mercato”.
Così Angelantonio Tafuno, presidente di Confartigianato Casari Puglia, commenta la crisi che sta attraversando anche uno dei comparti di punta dell’agroalimentare pugliese, conosciuto in tutto il mondo per qualità e bontà delle sue produzioni artigianali.
Gran parte della materia prima necessaria alla produzione dei mangimifici, infatti, proviene o transita dall’Ucraina. L’impennata nelle quotazioni di cereali, soia, mais e di tutti i principali prodotti destinati all’alimentazione animale a causa della guerra ha portato in poco tempo a un raddoppio dei costi di mercato: un’escalation che si ripercuote direttamente sul prezzo del latte e, a cascata, sui trasformatori.
“Eravamo già in grande difficoltà alla fine dello scorso anno, quando i costi dell’energia hanno cominciato a galoppare – spiega Tafuno. La produzione casearia, infatti, avviene 365 giorni all’anno con processi che prevedono il riscaldamento di acqua e materie prime. Peraltro, come più volte abbiamo segnalato, l’attuale normativa taglia fuori le imprese di trasformazione del latte dai fondi comunitari per realizzare impianti di autoconsumo, come invece è concesso praticamente a tutte le altre categorie produttive in Puglia.
L’aumento del prezzo del latte rischia di darci il colpo di grazia.
Finora – continua – noi artigiani abbiamo sempre cercato di tutelare i nostri fornitori e la clientela ma la situazione è diventata insostenibile. Alcuni tra noi saranno presto costretti a scegliere se alzare i prezzi di vendita, ridurre i volumi di latte ritirato o individuare altre forniture fuori regione, innescando un circolo vizioso potenzialmente letale per il comparto, specie per le produzioni di alta qualità e artigianali, quelle che puntano sul prodotto d’eccellenza realizzato con il latte pugliese, quelle in cui noi crediamo.
Per questo – conclude Tafuno – abbiamo già scritto giorni fa all’assessore Pentassuglia e all’assessore Delli Noci chiedendo la costituzione di un tavolo di emergenza. Si tratta di un problema di filiera e come tale dobbiamo affrontarlo sostenendo l’utilizzo di latte locale, disincentivando l’acquisto di materia prima estera e, per il futuro, pensando anche a incoraggiare la produzione dei cereali per alimentazione animale in territorio pugliese. Dobbiamo mettere in campo ogni strumento utile per evitare che la Puglia veda irrimediabilmente danneggiate alcune delle sue produzioni identitarie di maggiore successo”.