Bergamo prende forma l’ospedale da campo degli alpini, una struttura considerata fondamentale e strategica nella lotta al coronavirus, all’interno di una delle zone più colpite della Lombardia dall’emergenza Covid-19.

A lavorare per realizzare l’impresa sono moltissimi artigiani locali che non hanno esitato a rispondere all’appello lanciato da Giacinto Giambellini, presidente di Confartigianato Bergamo.

Di seguito un estratto dell’intervista all’artigiano Diego Armellini realizzato da Prima Bergamo:

Un’esperienza che resterà nella storia…

«Guardi, è tutto molto semplice: volevamo sentirci utili anche non potendo lavorare. In pochi giorni, ho visto colleghi che hanno ruoli importanti in azienda togliersi la maschera da imprenditori per indossare la mascherina. È stato un lavoro enorme che ha richiesto capacità e determinazione, ma ciò che ha dell’incredibile è la forza da cui tutti eravamo mossi. Una forza pazzesca, che ci ha permesso di lavorare per ore interminabili. Non ho mai visto nessuno lavorare a questa velocità. Nessuno. Nemmeno i cottimisti».

Cento, ma anche centocinquanta artigiani che lavorano in contemporanea. E nemmeno un attimo di smarrimento, di confusione. Come avete fatto?

«Ovviamente c’era un progetto generale e ovviamente non era possibile che poche persone coordinassero così tanti artigiani tutti insieme. Ognuno quindi si è dovuto assumere la responsabilità del proprio pezzo indipendentemente dalla regia. Non si poteva coordinare e controllare ogni cosa, perché avrebbe richiesto troppo tempo. Ogni artigiano ha dovuto fare delle scelte tecniche che solitamente nei cantieri non fa. Questo ha accelerato in modo esponenziale il tutto, anche se la contropartita era il rischio di dover rifare un lavoro».

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