L’analisi dei dati sul commercio estero evidenzia che negli ultimi dodici mesi (settembre 2016 – agosto 2017) l’export del Tessile, abbigliamento e pelle sale a 49.968 milioni di euro, con un aumento del 3,4% rispetto ai dodici mesi precedenti. L’export della moda si consolida al 2,9% del PIL, ai massimi degli ultimi 15 anni.
Nel 2017 l’avanzo commerciale del Tessile, abbigliamento e pelle vale 19.044 milioni di euro e da solo ripaga più della metà (59,7%) della bolletta energetica di 31.902 mln euro, calcolata in una nostra recente analisi.
Nel 2017 il Settore del Tessile, abbigliamento e pelle conta 98.870 imprese registrate, di cui oltre la metà (51,3%), pari a 50.743 unità, sono artigiane. Nel settore lavorano 460.304 addetti di cui 159.960, pari al 34,8% sono occupati nelle imprese artigiane; le piccole imprese impiegano 310.133 addetti, più dei due terzi (67,4%) dell’occupazione del settore.
Le piccole imprese italiane della Moda sono protagoniste sui mercati esteri: l’export del Tessile, abbigliamento e pelle realizzato direttamente dalle piccole imprese supera del 17,4% la somma di quello degli altri 9 principali paesi esportatori dell’UE.
La buona performance del made in Italy della Moda è determinata dalla crescita del 3,9% delle esportazioni nei primi sette mesi del 2017. In relazione alle aree di sbocco quasi i tre quarti delle maggiori esportazioni registrate nel 2017 sono determinate dai Paesi europei non UE, dove l’export sale dell’11,0% e dall’Asia Orientale, dove si registra un +6,2%. Tenuto conto che in queste due aree hanno la leadership Russia e Cina, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) si delineano come i driver della crescita nel 2017 del made in Italy della moda, con un aumento dell’11,3% dell’export nel gruppo dei cinque Paesi.
Approfondiamo l’analisi osservando l’andamento dei principali 20 mercati dove si concentra oltre l’80% dell’export totale del settore Tessile, abbigliamento e pelle. Il mercato più dinamico è quello della Svizzera dove l’export nei primi sette mesi del 2017 sale del 15,7%, seguito dalla Corea del Sud con 15,4%, Russia con 13,5%, Cina con 12,8%, Polonia con 10,6%, Repubblica ceca con 7,3%, Regno Unito con 4,7% e Spagna con 4,4%. Mercati in salita, ma con ritmo inferiore alla media, sono Austria con +3,3%, Hong Kong con 3,0%, Belgio con 2,2% e Portogallo con 1,5%. Più stazionarie le vendite in Francia (+0,8%), Tunisia (+0,6%), Germania e Giappone (+0,3%) e Romania (-0,3%). In controtendenza, con un calo delle vendite della moda italiana, Stati Uniti (-1,4%), Turchia (-4,9%) e Paesi Bassi (-7,4%).
Le vendite della moda nei BRICS dei territori italiani – Sulla base degli ultimi dati disponibili tra le principali regioni per vendite della Moda nei BRICS nel primo semestre 2017 la maggiore crescita deriva dalla Lombardia con +23,9%, spinta dall’aumento del 43,7% dell’export del Cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e pellicce (Ateco C151); seguono Piemonte con +16,4%, Marche con +14,2%, Emilia-Romagna con +10,5%, Veneto con +6,2% e Toscana con +0,9%. Tra le altre regioni – con quote dell’export minori, oscillanti tra 1 e 2 punti percentuali – si registrano buone performance in Umbria con +28,6%, Campania con +19,1% e Lazio con +16,5%.
Tra le maggiori 20 provincie la migliore performance dell’export del Tessile, Abbigliamento, Calzature nei BRICS nel primo semestre del 2017 lo registriamo a Verona con un aumento del +76,6%, trainata dal raddoppio (+99,1%) dell’export degli Articoli di abbigliamento (Ateco C 141); seguono, con tassi di crescita superiori alla media, Vercelli con +30,0%, Milano con +28,6%, Fermo con +23,0%, Napoli con +21,4%, Como con +20,3%, Rimini con +20,0%, Biella con +19,2% e Varese con +19,0%, Forlì-Cesena con +16,6% e Monza e della Brianza con +14,3%.
Fonte: sito Confartigianato.