Entro domani i Comuni dovranno chiudere anche la manovra fiscale. Occorrerà quindi approvare le tariffe della Tari, e nelle regioni dove non esiste o non è funzionante l’autorità d’ambito, anche il Pef. L’articolo 3, comma 5-quinquies del Dl 228/2021 prevede uno sganciamento di questi termini dal bilancio, ma solo fino al 30 aprile. Dopo, a seguito delle modifiche recate dal dl 50/2022, i termini tornano ad agganciarsi.

Nelle delibere occorre recepire le nuove regole sulla rendicontazione dei rifiuti urbani avviati al riciclo/recupero dalle imprese (articolo 3, delibera Arera 15/2022), mentre il Testo unico sulla qualità entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023. Ma i Comuni dovranno adeguarsi entro la fine di quest’anno. Il Comune potrà concedere ancora riduzioni collegate al Covid, visto che l’articolo 13 del Dl 4/2022, permette di utilizzare i resti del fondone 2020 e quelli dell’articolo 6 del Dl 73/2021 anche nel 2022 «per le finalità cui sono state assegnate». 

I Comuni che hanno deliberato le aliquote dell’addizionale Irpef differenziate dovranno riapprovarle per adeguarle ai nuovi scaglioni. La legge di bilancio 2022 aveva fissato il termine al 31 marzo, ma la scadenza è differita insieme al termine dei bilanci. Sul Portale del federalismo fiscale è stato aggiornato il simulatore che permette ai Comuni di stimare il gettito atteso in base alla manovra prescelta. Per l’Imu non vi sarebbe nulla da deliberare, salvo che il Comune non intenda variare le aliquote, fatta eccezione per gli immobili merce che da quest’anno sono esenti; se quindi il Comune ha in passato deliberato un’aliquota specifica, il mancato aggiornamento potrebbe indurre in errore i contribuenti. Sul fronte Imu si ricorda anche la modifica alla definizione di abitazione principale introdotta dal Dl 146/2021, che consente al contribuente di scegliere l’immobile da considerare come abitazione principale nel caso di spacchettamento della famiglia su due Comuni. Si è però in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale che potrebbe modificare lo scenario, sganciando la nozione di abitazione principale dal nucleo famigliare. Probabilmente i conti si dovranno chiudere con il saldo Imu di dicembre.

Da ultimo il Canone unico, con le nuove regole sulle occupazioni relative all’erogazione dei servizi in rete, che vede il pagamento da parte dei concessionari delle infrastrutture, ma sulla base delle utenze degli operatori che svolgono l’attività di vendita e soprattutto con il nuovo canone antenne, fissato dalla legge in soli 800 euro a impianto, non modificabile dal Comune. Occorrerà quindi aggiornare i regolamenti e le delibere tariffarie.