Pietra leccese e carparo

I l tema della plasmabilità e della facilità di lavorazione è il motivo per il quale in molti si soffermano a ricordare la pietra leccese. Sia in campo architettonico che scultoreo la pietra leccese ha saputo ottenere un riconoscimento artistico che è diventato famoso in ambito internazionale.

È una roccia calcarea, contenente argilla, costituita da una piccola percentuale di materia organica, fossilizzatasi e sedimentatasi nel corso dei millenni, di colore giallo paglierino, di impasto poroso, a grana fine, tenera e facilmente lavorabile.

La storia dell’impiego della pietra leccese parte da remote antichità: dai dolmen, singolari monumenti preistorici a struttura trilitica, ai menhir, prismi monolitici saldamente confitti nel suolo. Poco numerose le testimonianze del periodo romano: dimostrano tuttavia che la pietra locale è stata impiegata non soltanto per la costruzione di elementi architettonici, ma soprattutto per decorazioni a scopo decorativo. Nel periodo romanico si scopre la duttilità di questo materiale, la sua possibilità di intaglio, la singolare capacità di indurirsi col tempo.

Certamente, il trionfo più autentico del materiale si verifica con l’affermarsi dello stile barocco che permette agli scalpellini di dimostrare la fecondità del proprio estro.

L’arte del costruire e dell’ornare con questo materiale di basso valore, anche dopo la conclusione dell’esperienza barocca, si protrae fino alla metà del Novecento, trovando applicazione nell’edilizia civile e privata.

Dopo una parentesi d’oblio e una seria crisi negli anni Sessanta e Settanta, durante la quale si era temuto che altri materiali soppiantassero definitivamente la gloriosa tradizione locale della pietra, si assiste ad un ritorno della sua vasta utilizzazione. Merito anche della diffusa politica di recupero dei centri storici che, nel caso del territorio salentino, ha rivalutato la pietra leccese valorizzandone, nel contempo, gli ultimi ed i nascenti scalpellini.

Attualmente, l’artigianato legato alla scultura della pietra leccese rappresenta non solo una forma di espressione artistica, ma un settore dedicato anche alla creazione di manufatti generalmente realizzati in altri materiali, come bomboniere, souvenirs, elementi d’arredo per interni, ecc.

Anche il carparo è una pietra calcarenitica di origine sedimentaria ampiamente diffusa e utilizzata nella regione: per le sue caratteristiche, è sempre scalpellabile e si presta a copiare i moduli e i decori della pietra leccese; tuttavia la grana più grossolana non consente il dettaglio minuto della pietra leccese.